WKSI
Branch ufficiale della Japan Karatedo Federation Wado-Kai
Japan Karatedo Federation Wado-Kai – branch n° 424004
Wado-ryu Karatedo
Il Wado-ryu è uno stile giapponese che unisce i principi del karate e del jujutsu. Wado-ryu significa Stile della Via della Pace/Armonia.
JKF Wadokai
La più importante organizzazione internazionale di Wado-ryu, fondata nel 1934 da Hironori Otsuka, con oltre 850.000 iscritti nel mondo.
Wado Friendship Seminar
Seminario internazionale per la promozione dello spirito del Wado e delle arti marziali tradizionali, a Roma dal 6 all'8 maggio 2022
Wadokai in Action!
Tradizione, rigore tecnico, sport inclusivo e vocazione sociale.
Karate senza confini
Quando si promuove il budō, bisogna valorizzarne i principî tradizionali, ponendosi in un’ottica internazionale”.
Seminari internazionali
L'apertura, il confronto e lo scambio di informazioni sono sempre stati alla base di ogni progresso. E il karate non fa eccezione.
WKSI in Giappone
L'Italia del Wado ha di nuovo un filo diretto col Giappone. La WKSI è invitata ogni anno al quartier generale Wado-kai a Tokyo.
Swiss Summer Camp
Un'intensa settimana di karate tradizionale in una bellissima struttura affacciata sui monti svizzeri, frequentata dai wadoka di tutto il mondo.

Il karate Wado-ryu in pillole
Il karate è una disciplina del Budō, l’insieme dei sistemi di combattimento giapponesi. All’inizio, però, il karate si è sviluppato in Okinawa, una piccola isola posta a metà strada tra Giappone e Cina meridionale, secoli prima che questa diventasse di dominio nipponico. Attraverso continui scambi commerciali e culturali con la Cina, i guerrieri di Okinawa appresero il Kung Fu, in particolare lo stile Hequan (Pugilato della gru), e lo fusero con le antiche tradizioni di combattimento okinawensi dando origine al karate, che, proprio come il Kung Fu, si divise fin da subito in diverse scuole e stili.
Il Wado (和道, Via dell’armonia) è uno degli stili di karate più recenti e, in realtà, rappresenta un’ulteriore evoluzione di questa arte marziale, avvenuta in seguito alla sua introduzione in Giappone all’inizio del secolo scorso. Infatti, il fondatore dello stile Hironori Otsuka, già gran maestro di Shindo Yoshin-ryu, un antico stile di jujutsu (l’arte marziale giapponese da cui derivano judo e aikido), rimase colpito dal karate di Okinawa. Otsuka osservò che il karate prevedeva tecniche che mancavano al jujutsu, e viceversa. Così nel 1922 iniziò a studiarlo con l’idea di fondere le rispettive tecniche, applicando i principi del jujutsu al karate. Il Wado-ryu è il risultato di quella fusione.
L’influenza del jujutsu rende il Wado uno stile caratterizzato da velocità e flessibilità e fondato sul principio della non-contrapposizione (ju): mentre altre scuole di karate cercano di bloccare i colpi dell’avversario per arrestarne l’energia, il Wado-ryu mira a utilizzare la forza dell’avversario a proprio vantaggio, senza bloccarla, per poi ritorcergliela contro (attraverso deviazioni, sbilanciamenti, proiezioni etc.). Inoltre, il Wado ricerca la potenza attraverso velocità e precisione, eliminando tutti i movimenti non necessari (mudana dosa). Questo stile sviluppa elasticità, velocità e capacità di movimento e insegna a generare energia attraverso la tecnica, minimizzando l’utilizzo della forza bruta in favore di una vera e propria intelligenza dinamica.
Non c’è un’età rigidamente prestabilita, perché dipende da persona a persona. Solitamente, dai quattro anni in poi è possibile iniziare con un avviamento propedeutico a questa disciplina in cui i bambini vengono accompagnati nell’acquisizione e nello sviluppo dei cosiddetti schemi motori di base. Da cinque/sei anni in poi è possibile iniziare un vero e proprio avviamento al karate Wado-ryu.
Certamente. Il Wado-ryu è uno stile morbido, fluido e progressivo che privilegia le posizioni e i movimenti naturali del corpo. Pertanto è altamente indicato per persone di tutte le età e dalle più disparate condizioni.
Al giorno d’oggi il karate maggiormente praticato è quello sportivo. Lo scopo del karate sportivo è avere successo nelle gare. Lo scopo del Karate delle origini (tradizionale) invece è marziale: serve ad accrescere le proprie capacità di autodifesa e la consapevolezza non solo del proprio corpo, ma anche del proprio cuore, sviluppando abilità, sicurezza, rispetto e disciplina. Questo non significa che praticando il karate tradizionale non si possa anche coltivare l’aspetto sportivo. Come diceva Hironori Otsuka, il fondatore del Wado-ryu, l’autentico spirito dello sport ha diversi punti di contatto con lo spirito delle arti marziali. Le competizioni, specie per i più giovani, possono essere una sana occasione di divertimento, stimolo e confronto. Ma per noi lo sport sarà sempre al servizio dell’arte marziale, mai il contrario. Lo scopo principale del Wado-ryu non è vincere medaglie ma raggiungere la massima abilità, efficacia e armonia tra mente e corpo, favorendo un’autentica e utile crescita umana di tutti i praticanti.
Decisamente sì, ed è provato da studi scientifici. La pratica del Wado-ryu è terapeutica per i bambini iperattivi o con disturbi del comportamento. Secondo uno studio americano del 2007 pubblicato sull’International Journal of Offender Therapy, nei bambini che praticato il karate stile Wado-ryu è stato osservato un significativo miglioramento per quanto riguarda l’intensità, l’adattabilità e la capacità di regolazione dei propri stati emotivi. Secondo gli autori dello studio la sua pratica può essere una valida risorsa terapeutica per diverse problematiche dell’età dello sviluppo e dell’adolescenza, come i disturbi del comportamento, l’aggressività, il disturbo da deficit dell’attenzione con iperattività (ADHD), l’autismo, la fobia sociale e le sindromi ansioso-depressive.
La naturalezza e la fluidità delle sue tecniche rendono il Wado un potente strumento di fitness nell’età adulta, sviluppando la mobilità articolare, la flessibilità e la reattività muscolare, migliorando i tempi di reazione e praticamente tutti i livelli di abilità, generale e specifica. Inoltre, come ogni stile di karate, il Wado è anche un potente allenamento per la mente, a vantaggio della capacità di attenzione. Tutti elementi utili nella vita quotidiana (come, per esempio, quando si guida). Inoltre, praticando scalzi si rafforza la pompa plantare, a tutto vantaggio del sistema cardiocircolatorio, e l’approccio naturale alle posizioni offre, di fatto, risultati analoghi alla ginnastica postulare. Il tutto, imparando un’arte marziale.
I nostri insegnanti tecnici
La WKSI – JKF Wado-kai è una grande comunità di praticanti e insegnanti che opera in un orizzonte internazionale, favorendo scambio, confronto e condivisione della conoscenza.

Maurizio Paradisi
Nato nel 1961, ho conseguito la cintura nera nel 1982 con i maestri Ivo De Santis e Yutaka Toyama.

Stefano Rossi
Nato nel 1959, cintura nera dal 1980, ho studiato con i maestri Ivo De Santis e Yutaka Toyama.

Roberto Di Rocco
Classe 1966, karateka dal 1976 e cintura nera dal 1985. Sono maestro di karate ed educatore sportivo.

Alfredo Cassia
Nato nel 1958, con i maestri Ivo De Santis e Yutaka Toyama ho conseguito la cintura nera nel 1980.

Giuseppe Carloni
Nato nel 1967, ho conseguito la cintura nera nel 1985 con i maestri Ivo De Santis e Yutaka Toyama.

Riccardo Rita
Nato nel '71, istruttore ed educatore sportivo, ho conseguito la cintura nera nel 1984 con Yutaka Toyama.

Laura Rosella
Classe 1976, atleta di sport karate prima, poi studiosa del tradizionale, sono cintura nera dal 1992.

Giuseppe Serino
Classe 1963, ho conseguito la cintura nera nel 1985 con i maestri Ivo De Santis e Yutaka Toyama.

Luigi Francella
Nato nel 1959, ho conseguito la cintura nera nel 1985 con i maestri Ivo De Santis e Yutaka Toyama.

Giovanni Iacoboni
Abruzzo. Classe 1977, ho iniziato a studiare Karate nel 1987, conseguendo la cintura nera 1° dan nel 1997.